sabato 18 febbraio 2012

La Rivoluzione parte 3. I programmi e la diffusione dei programmi.

Fa così ridere pensare che un tempo avevo tempo per un blog. Non mi ricordo neppure più l'ultima volta che sono stato in casa a scrivere. Ecco a distanza di mesi e mesi la terza ed ultima parte.

Che fine hanno fatto i gruppi di indignados? Dove sono i giovani che chiedono democrazia e libertà per qualche mese?Sono a casa o a cercar lavoro perchè l'80 % è disoccupato, l'altro 20 % è precario e non avendo ottenuto da  influenti lobby di potere i soldi e le informazioni che hanno ottenuto quei disgraziati strumentalizzati dei loro coetanei nordafricani sono stati costretti ad abbandonare e a veder scemare il loro movimento. Non si fanno più oggi rivoluzioni senza che qualcuno te lo permetta.

Un grandissimo generale giapponese dell'era Tokugawa un giorno si trovò accerchiato dai propri nemici sul fondo di una valle. I suoi uomini erano soverchiati da forze dieci volte più numerose e disperati si rivolsero a lui attendendo ordini.
 Il generale allora parlò così: "Uomini, il nemico è molto più numeroso di noi, adesso entrerò in quel tempio shintoista e lancerò una moneta. Se uscirà testa combattendo vinceremo, se uscirà croce dovremo arrenderci." Il generale entrò, lanciò una moneta, uscì testa e in battaglia sbaragliarono tutti gli avversari.
"Il cielo ci ha assistito!" dissero i suoi soldati. "Proprio così." rispose il generale, nascondendo in tasca una moneta con una testa impressa in entrambe le facce.

Non si fa una rivoluzione senza un' ideologia che la sostenga , prostituendo a vaghe necessità di ampi consensi le idee che hanno fatto la storia. Non si può far finta di non riconoscersi in marxismo e comunismo solo perchè definirsi tali farebbe storcere il naso a crumiri disinformati e disinformanti,sui quali ultimi non si potrà mai far affidamento per condurre la lotta, è bene averlo chiaro. Nulla è più pertinente alle necessità degli sfruttati d'oggi della risposta che Trotsky e Marx prima hanno dato oltre 100 anni fa, abbracciare il comunismo viene da sè senza che ce ne si accorga, ammesso che la nostra attenzione davvero venga rivolta al bene comune e non al nostro particulare. Se si fosse avuto il coraggio di gettar la maschera e dichiararsi apertamente comunisti, subito sarebbe subentrata a sostegno della lotta un'ideologia che la strutturasse. La foga nel non "limitarsi e incasellarsi in schemi politici" alla rincorsa di un fantomatico trasversalismo è l'esatto risultato agognato da chi ci comanda. Come si discuteva con Gigi e Kiwi, masse di giovani desiderosi di democrazia pacificamente raggiunta sono il nuovo target del capitalismo;ne sono prodotto prezioso. Questa massa informe di nuovi sfruttati-attenti bene non solo ceto povero ma soprattutto media borghesia intellettualoide-è capace di rovesciare governi e compire imprese impossibili, ed ha come caratteristica il fatto di non esser politicizzata: quindi paradossalmente è controllabile da chi non vuol mostrarsi chiaramente.
I commissari politici che negli anni settanta svolgevano la funzione di educare ed instradare i movimenti giovanili verso maggior coscienza politica hanno creato loro malgrado una diffidenza nei partiti, nel potere, disegnando le condizioni per l'enorme fraintendimento-anch'esso strumentalizzato-largamente diffuso oggi e come oggi mai, che tende a considerar sinonimi partito politico e idea politica.

Chissà quando potrò di nuovo scrivere sul blog....