sabato 26 febbraio 2011

Errata corrigenda .1

Ora che mi sono ripresa dalla febbre di cui sotto, posso serenamente affermare di aver preso un granchio quando sostenevo che il figlio mandato avanti da Gheddafi fosse il calciatore.
Dicono tutti "il secondo figlio", e in effetti, Saif al Islam è il secondo figlio di LUI, ma il primo avuto dalla seconda e attuale moglie Saifa, e fa l'architetto.
Il secondo figlio che Gheddafi ha avuto da Saifa è, a tutti gli effetti, il calciatore Saadi Gheddafi.
Confermando comunque la teoria che i calciatori è meglio che tacciano.
E in certi casi, anche gli architetti.

Kiwi Febbre.

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giovedì 24 febbraio 2011

Fulmen in clausola. 3

Giovanardi sulla Libia: "E' una bufala."
No onorevole,è uno stato e comunque Ruby è Marocchina onorevole,Marocchina..

mercoledì 23 febbraio 2011

Fulmen in clausola. 2

Guerra in Libia, Frattini: Cessi orribile bagno di sangue.
Berlusconi : I cessi sono d'oro come tutto il resto del bagno,che non è orribile. Casomai si può obiettare che-sebbene in Libia- i cessi siano comunque alla Turca, Franco non capisco proprio cosa vuoi dire..

martedì 22 febbraio 2011

Non disturbate il conducente del tank.

In Libia il governo spara sulla folla per contenere le manifestazioni, che crescono e diventano insurrezioni.
Dalla sedia (vuota) del divino PresDelCons, troppo occupato a inventarsi un salvacondotto, si leva uno "shhhh" compassionevole. Non disturbate il dittatore. Dio sa quanto è difficile tenersi ancorati ad una poltrona che traballa come un toro da rodeo. Comunanza d'amorosi sensi.

Gheddafi poi manda avanti un figlio sbarbatello ma con faccia da grande pubblico, ex giocatore di calcio nel Perugia, a mostrare un randello da uomo delle caverne e una carotina baby. Silenzio assordante. D'altronde, in Italia, il calciatore è una specie protetta, a metà strada tra l'animale da salvare e l'eroe nazionale.

Gheddafi ordina all'aviazione di bombardare la folla.
Quattro piloti disertano. I primi due atterrano a Malta: un'azione del genere avrebbe dovuto meritare loro un'accoglienza da eroi, invece i meschini erano senza autorizzazione e sono stati considerati immigrati clandestini. Malta non è eccezionalmente tenera con i clandestini. Ma evidentemente non ha la necessaria intelligenza da comprendere che chiedere un'autorizzazione per disertare è un tantino controsenso.
Ad altri due è andata meglio, si sono rifugiati a Bengasi, che è in mano alla resistenza.
Gheddafi, mentre l'UE si siede attorno a un tavolo per fare esercizio di inutile buonsenso, arruola mercenari che finiscano ad altezza uomo quanto iniziato con l'aria-terra.


Di cosa si preoccupa l'Italia? Della mattanza di civili? Dell'uso della forza, o almeno dell'evidente sproporzione dello stesso? Assolutamente no.
Frattini delira di un "emirato islamico della Libia Orientale", unico a conoscerne l'esistenza. Poi gioca a spaventare i bravi bambini leghisti "lo immaginate un emirato islamico dall'altra parte del mare?".
Poi afferma che tuteleremo i nostri cittadini e i nostri interessi.
I libici che muoiano pure: più pozzi di petrolio e più posti di lavoro per noi.

Dio, intanto, pensa a riformare la giustizia, ad abolire articoli della costituzione, a eliminare garanti, tutto intento nella sua opera di creare un'Italia a Sua Immagine e Somiglianza.
Poi si sveglia e dichiara "inaccettabile" la violenza sui civili per sedare le proteste.
Dopotutto, per lui è sempre stato più che sufficiente sedare i civili a forza di televisione.

Fulmen in clausola .1

L'Unione Europea si stizzisce con la Farnesina:
"Non si può difendere un dittatore".
Il punto è farlo capire a Ghedini e Longo.

domenica 20 febbraio 2011

Il Prima e il Dopo. (Pre e Post-fazione con Ballata raminga per troppo stress e troppi caffè)

Nel campo del possibile cade l'eventualità che uno scrittore si identifichi con uno o più dei personaggi protagonisti di uno suo stesso romanzo. Tuttavia-e qui naturalmente il discorso si complica-non è scritto da nessuna parte,perchè nessuno scrittore lo scriverebbe, che nel formulare una trama e poi comporre un testo letterario ci si debba solo e soltanto limitare alla tenerissima,fanciullesca ed innocente  identificazione col protagonista, καλὸς κἀγαθός. Ecco quindi che, proseguendo la nostra indagine -e come sempre avviene, entrando a gamba tesa nella area psichiatrica-  fa capolino come primo tra i vari transfert tipici delle tare mentali irreversibili degli scrittori la mimesi, poi l'empatia ed infine la simpatia, intesa in senso strettamente etimologico. Ora però non sappiamo se effettivamente Virgilio sentisse sulle sue spalle il peso di Anchise (per tacere delle sensazioni alla prima notte di nozze con Lavinia), ne se materia dell'identificarsi sia l'intero romanzo o soltanto il titolo, poichè in questo caso ultimo, per quanto le riserve nostre siano tante e molte e grandi, Federico Moccia a pressioni parziali di ossigeno di circa 50 mm Hg,avrebbe dovuto cominciare a manifestare come tutti gli effetti dell'anossia anossica ipobarica, cioè aumento assoluto dell'ematocrito, diminuzione voltaggio QRS, riduzione ventilazione polmonare ed inevitabile alcalosi respiratoria con obnubilamento del sensorio e perturbazione della cenestesi.
Non rimane che aggiungere come l'organizzazione di questi ultimi giorni nel caso specifico della mia persona sia effettivamente stata stressante al punto tale da rendermi somigliante ad un orologio di Dalì.
 Concludendo, anche lo scrivente si identifica col titolo dello scritto, ma questa è solo la prefazione.

Palpitazioni per troppo stress e qualche caffè di troppo.

La frase sopra è una scusa, e volete sapere chi l'ha utilizzata? E' molto comune come scusante, "sto male,non posso uscire" è forse più comune ancora, ma solo in campo amicale, perchè ad esempio in altri ambiti questa di cui sopra è invece utilizzatissima: al medico fiscale si presenta un referto accusante una spiccata soggettività non oggettivabile e il gioco è fatto, ferie per malattia e vacanza a St.Lucia. La frase è comune dicevamo, e d'altra parte "le scuse sono come il buco del culo, tutti ne hanno una" ( Platoon, Oliver Stone 1986), ma il personaggio cui alludiamo -ben ritrovati a tutti- è difficile da non ricordare data la sua mole. Fu così infatti che Giuliano Ferrara rifiutò circa 19 anni fa esatti di andare in onda con la mordacchia oraria, fu così che il programma condotto da lui e dalla moglie "Lezioni d'Amore", (ovvero quella sottospecie di scopiazzatura grottesca oscena e ributtante della ben più profonda analisi pasoliniana sul sesso) fu bloccato e mandato in seconda serata, fu così che Giuliano Ferrara sperimentò la censura televisiva di Dio in persona,che per tramite dei suoi arcangeli spostò alle 22:30 una trasmissione in prima serata che poteva turbare la sensibilità degli spettatori, lesiva dei più comuni canoni di decenza e di cui valutare la compatibilità con i precetti in materia di tutela della dignità umana nelle trasmissioni televisive. Così dunque l'elefantino che parlava di perservativi ai cetrioli si piegò alle rimostranze "puritane ed illiberali "e fu costretto ad un'infamante seconda serata,una puntata non andò in onda e le prossime a seguire furono trasmesse in orari non certo catacombali-come quelli destinati a inchieste sul genocidio degli armeni e dei massacri dei kurdi in Turchia-ma comunque alle 22:30. A quell'ora ed all'epoca, colui che scrive non sarebbe rimasto in piedi neppure con un bolo di Modafinil da 500 mg in CVC 4 Fr tipo Broviac.

Come cambiano le sorti del mondo. Prima Dio si pronuncia contro le oscenità in televisione,e dopo non fa che mostrarci quotidianamente la sua Natura; prima Giuliano Ferrara parla esplicitamente di sesso e pornografia in prima serata,scalciando sulle decisioni prese per tutelare i diritti dei più piccoli, e dopo difende la moralità, la famiglia e l'infanzia strumentalizzata ; prima Dio castigava, dopo è un povero castigato.
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L'Italia è da 30 anni in schiacciata sotto un bieco,blasfemo,fascista,volgare e violento regime dittatoriale basato sul lavaggio mediatico dei cervelli, su generazioni intere che considerano vendersi un passo normalissimo da compiersi sorridendo per entrare in società, su chi scherza pensando che la Lega sia solo folclore, sulla complicità della Chiesa Cattolica che formalmente tace ed in pratica collabora, sul radicalismo becero di partiti oltranzisti, sulla connivenza vile delle opposizioni, sugli intelletualismi tatticisti di opinionisti radical chic, su assenze ignominose, su personaggi pubblici banalmente prezzolati per esprimere a parole i grugniti e gli ansimi di vecchietti bavosi loro padroni, sull'appoggio degli americani e delle multinazionali, ed infine su chi dice che quanto si è appena letto è solo propaganda no-global.

Ed ora come promesso,la post-fazione. Seguitissima e intensamente amata dai sardi era la poesia improvvisata in rima,oggi riportata in auge da alcuni appassionati ma pur sempre piegatasi alla modernità imperante,tanto da finire trasmessa in televisione,con inevitabile perdita per definizione della metà dello spettacolo vero,cioè l'empatia del pubblico, che sostiene oppure oltraggia i poeti sul palco, ma instaurando così un rapporto stretto e dialogico,ovvero l'esatto opposto di una trasmissione televisiva dove le informazioni vanno solo a senso unico. Questo tipo di componimenti poetici, di cui quella che segue non ne è che una variante -l'ottava- era composta estemporaneamente nelle nostre piazze in occasione di feste paesane importanti oppure matrimoni, e si basava su di un tema estratto a sorte su cui i poeti -in numero di almeno due- dovevano cimentarsi l'uno contro l'altro. Il pubblico era la giuria che decretava il vincitore, la strofa fu cantata da un grandissimo poeta improvvisatore sardo, Tziu Remundu Piras, di professione pastore nato a Villanova Monteleone nel 1905, che cantava di risposta a Bernardu Zizi, di professione pastore, nato ad Onifai nel 1928. Il tema era appunto il Prima e il Dopo. A Tziu Remundu toccò il dopo ed ecco cosa disse.
A chie sa macchina pista
deo no du cumprendo pro a niente,
ca cando t'anta sa patente
no deppese narrer ca sese n'autista.
Iscurta Bernardo e pone in mente
ca commo sese solo un apprendista:
ca ad essere un autista t'incoraggiasa
dopo(s) ca tantos chilometros viaggiasa.

Cercherò una traduzione abbastanza sintetica,il sardo è una lingua che parla tantissimo per immagini e tentar una traduzione valida è difficile.

Con chi distrugge una macchina in un incidente
non riesco ad averci nulla a che fare,
perchè una volta che hai preso la patente
non puoi automaticamente definirti un autista.
Ascolta Bernardo e dammi retta
perchè adesso tu sei solo un apprendista:
comincerai col ritenerti un autista
solo dopo che avrài viaggiato per chilometri e chilometri.

mercoledì 16 febbraio 2011

Bando di Concorso Letterario. (solo per gli aventi diritto)

                                                                                      Padova, lì 16. II. 2011

La Commissione Parlamentare d'Inchiesta sul perseguimento di Politiche che armonizzano dinamismi sparagnini e Salvaguardia delle Festività definite fondanti nella vita di ogni cittadino ,la Presidenza del  C.C.C.P. ,e l'Organismo Interinale per la promozione di attività ludiche non basate sulla logica del profitto in ordine di vasta scala
                                                                          
                                                      VISTO CHE

  • Ciò che maggiormente contraddistingue la reciproca stima,oltre alla sensibilità e amicizia è anche la capacità di sorridere e ridere insieme;
  •  La spiccatissima attitudine di ognuno di voi alla creatività e all'ironia si ritiene con i tempi che corrono imprescindibile e comunque sempre ben accetta;
  • La felicità di ricevere un elaborato frutto di tempo e non di denaro,sempre rimandando ai tempi d'oggi è grande ed inestimabile
 Dichiara aperto il Concorso Letterario "Adotta un Sardo,raccontagli una storia".
  
Requisiti irrinunciabili all'attenzione dei partecipanti.
 Si ritiene come condizione necessaria e sufficiente la realizzazione consapevole della piena libertà e della  più completa  autonomia nel negare o confermare l'adesione al concorso. Dunque il semplice trovarsi iscritti nella lista dei destinatari di questo messaggio, vede coloro che leggono coinvolti in responsabilità quanto e non di più potrebbero sentirsi coinvolti con la sorte di un orice bianco sbranato da un branco di licaoni durante la visione di un documentario naturalistico il venerdì,in prima serata. 

Caratteristiche di svolgimento.
Il Concorso Letterario che andiamo con l'indire prevede la stesura di un  testo biblico  nella propria lingua di appartenenza culturale. In ordine alfabetico per non far distinzioni e avendo ben chiare le regioni d'origine dei destinatari di questo messaggio, la Segreteria ed lo Sportello Informazioni  riceveranno testi in Marilenghe,Padovano,Tarantino,Tedesco-Alto Atesino, Trentino,Trevisano e Vercellese. Con l'intento di attualizzare le competenze del neonato Ministero per la Semplificazione si è deciso all'unanimità di eleggere come brano adatto all'uso "La cacciata dal Giardino dell' Eden ". La ragione della sceltà- costata ben più di pochi attimi di riflessione- risiede nella riteniamo ben riposta convinzione che un brano simile,anche all'interno di un più generale sentimento di stima nei confronti di Ali Ağca, sia dai più conosciuto,seppur per sommi capi.  In ultimo ma di capitale importanza,specifichiamo che nell'eventualità in cui l'elaborato risultasse aderente all'originale biblico, ciò nullificherebbe il valore dell' intero operato stesso: non solo si sconsigliano pedisseque traduzioni del-per certi versi e per alcuni - Sacro Testo,ma esse non sono funzionali alla spontaneità,men che meno alla creatività,spengono l'originalità intrinseca in ognuno e si ritengono lesive dell'intimità altrui, in quanto presuporrebbero un accostarsi o un riaccostarsi al brano biblico in forma coatta,coercitiva e quindi dogmatica ; in conclusione quanto di più lontano dai nostri desideri. Per questo si è deciso di espungere tali elaborati che mai sia,potrebbero pervenire da una poco attenta lettura del qui presente scritto.Sono accettate ed anzi incoraggiate rivisitazioni,aggiunte, riletture, libere interpretazioni, reinterpretazioni,commenti a piè di pagina e quanto di più personale possibile,tenendo chiaramente conto di un parametro di pertinenza al titolo cui il pezzo si riferisce, che entrerà nel computo totale dei crediti assegnati per la valutazione finale.

Modalità di iscrizione e scadenza consegna.

Gli elaborati della lunghezza di non più di 25 righe dovranno pervenire dattiloscritti alla casella mail  "libero.stato.di.nubicuculia@gmail.com" entro e non oltre il 12 marzo 2011,firmati e con poche righe di accompagnamento in cui l'autore spiega l'essenza del pezzo proposto. Qualsiasi opera pervenga oltre la data prestabilita sarà considerata fuori concorso e come tale non parteciperà del premio concorrenti non vincitori,comunque previsto.
                                               
Cordialità.
Il Comitato Organizzativo.

sabato 12 febbraio 2011

Non sta succedendo niente.

Abbiamo davanti un fine settimana di piazze e contropiazze.
Ci penso ossessivamente, al ritmo con cui aggiorno i siti di Repubblica, di Al Jazeera, e in generale d'informazione: ci sarebbero così tanti motivi per scendere in piazza da far girare la testa.
L'atto d'indirizzo del consiglio d'amministrazione RAI è un ulteriore passo verso l'asservimento totale dell'informazione alla maggioranza di governo, senza dubbio valevole solo per la presente maggioranza.
Ogni satira dovrà avere una controsatira. Ogni pubblico un contropubblico. Per chiunque parli in televisione, qualcun altro dovrà essere presente per sostenere l'esatto contrario. Ogni giornalista "di sinistra" dovrà essere bilanciato da un giornalista "di destra": questo vuol dire che ogni voce indipendente dovrà prendere la tessera di partito per lavorare in televisione, ma non solo. Che qualunque voce che voglia levarsi pubblicamente dovrà censirsi, dichiarare da che parte della barricata si colloca, dopo di che gli verrà affibbiato qualcuno che dovrà contraddirlo pedissequamente.
Marchionne annuncia piani di rinascita per se stesso, per Chrysler, per Obama, e non lascia nulla ai lavoratori italiani se non la sensazione più che fondata di essere stati presi in giro, ricattati, divisi e indeboliti: i metalmeccanici Fiat si faranno un altro anno di cassa integrazione, Marchionne un altro anno di stock options.
Se non è sufficiente, c'è la riforma Gelmini che inizia a mostrare le sue falle: un articolo del ddl, scritto per la Lega, è stato dichiarato addirittura incostituzionale dalla Consulta in quanto discrimina gli insegnanti precari del sud che, cambiando provincia, avrebbero dovuto perdere il punteggio accumulato. Ora che gli studenti avrebbero a sostegno della loro protesta anche un decreto della Corte Costituzionale, tutto questo passa in secondo piano. 

L'Italia s'è desta, o almeno così pare. Una parte d'Italia, almeno, quella che si sente "diversa". Confessiamocelo pure, alla faccia della retorica da anime belle che si è sentita al Palasharp il 5 febbraio: questa fetta di Belpaese si sente anche un po' migliore, se non negli esiti, almeno nel grado di cultura, nelle aspirazioni, nei valori, Personalmente rispetto a Nicole Minetti, mi sento un po' migliore. Dire che mi sento migliore di tutte le ragazze che hanno frequentato i vari letti del Presidente, è addirittura riduttivo. Ma mi sento migliore anche di tutti i servi che indecentemente tappano le falle alla nave del premier prostituendosi intellettualmente. Questo però non si può dire in pubblico. Bisogna mostrarsi egalitari, dire che ci sentiamo solo diversi anche se di pari valore. Se mi sentissi pari alla Minetti, ma solo "diversa", la sua presenza in un consiglio regionale non mi indignerebbe. Mi indigna invece il modo in cui è arrivata a quella carica, mi indigna che si trasmetta l'idea che la pratica dell'agitare il posteriore, discinte, davanti ad una telecamera sia un modo qualunque di lavorare per pagare le tasse universitarie o che l'estetica e la disinvoltura sessuale siano gli unici lasciapassare per le stanze dei bottoni. Posso non essere arrivata da nessuna parte, posso essere una fallita. Ma sarò una donna sconfitta con la testa alta, con onore, con cultura, con dignità. Sarò una fallita migliore.

Migliori o solo diversi, questi italiani che ora dicono "basta", mi chiedo, dov'erano prima? In quale letargo meraviglioso erano sprofondati, tanto che ora sembrano essersi svegliati di soprassalto, e sono tutti intenti a protestare allo sfacelo in cui stiamo versando, a reagire a tutto quello che sta succedendo.
Il punto è che non sta succedendo assolutamente nulla, ora.
E' tutto già successo. Abbiamo già permesso, con il silenzio, con la connivenza dei partiti, con la sottovalutazione, che tutto accadesse sotto i nostri occhi.
Il bunga-bunga, la mercificazione del corpo femminile, l'iper sessualizzazione, la fallocrazia sono già successi quando è iniziato Colpo Grosso sulla Italia 7 della Fininvest, cioè di Silvio. Ma allora i padri guardavano, le madri tacevano, i bimbi spiavano da dietro la poltrona: era il nuovo che avanzava, era una innocua trasmissione commerciale, era solo svago.
La demolizione della nostra costituzione, che viene rosicchiata ogni giorno da nuovi decreti, era già in atto quando Bossi dichiarava di voler impiegare il tricolore come carta igienica, e noi tutti ridevamo di gusto di questi quattro contadini che si esprimevano più a gestacci che a parole o al massimo rivolgevamo loro un mezzo sguardo sdegnato.
Lo sfascio federalista c'era già, quando tutti noi pensavamo che le migliaia di fucili pronte per la secessione fossero una barzelletta, una fanfaronata: invece ora ci scandalizziamo perchè per l'anniversario dell'Unità d'Italia si spende e si spande in cerimonie, e poi si va ognun per sè e Dio per tutti.
I mezzi d'informazione sono già stati occupati militarmente quando c'è stato un equo scambio di favori tra i banchi del parlamento e la legge sul conflitto d'interessi è stata depennata dall'ordine del giorno.
E' tutto già successo.

Avant'ieri ero sul regionale Ferrara-Venezia, in compagnia di quattro studentesse di Giurisprudenza al secondo o terzo anno, che indossavano ciascuna l'equivalente economico di un mio stipendio -finchè ne ho avuto uno-. Stavano commentando, a mo' di inciso tra i discorsi principali su calorie da smaltire e manicure da prenotare, quello che era successo durante una lezione che poteva essere stata di Etica, a quel che mi pareva di capire, e si profondevano in complimenti sperticati a una di loro per aver sostenuto in aula che Fabrizio Corona era una gran persona, che si era fatta da sè, un esempio da seguire in quanto "campione di self-marketing".  Poco dopo insultavano due colleghe perchè avevano sostenuto che chi non si perde una puntata di "Uomini e Donne" è un individuo ignorante. E già che c'erano insultavano il professore che si era dichiarato d'accordo. Poi sono scese dal treno, e mai in vita mia ho ringraziato tanto il cielo per l'esistenza della città di Rovigo.
Questa è l'eccellente sintesi di tutto quello che è già successo. Cioè che un giorno non avremo un problema di toghe rosse, blu o a quadri scozzesi, ma di toghe ignoranti.
La macchina è in movimento da più di vent'anni, e ha cresciuto generazioni di italiani e italiane che credono che "sapersi vendere" sia l'unica dote fondamentale nella vita, postulando, forse senza nemmeno esserne coscienti, che siamo tutti esseri umani in vendita sul mercato. Italiani e italiane convinti che tutto si possa comprare, che scucire un soldo sia l'unica fonte dell'accampare un diritto e che a colui che non paga non debba spettare nulla.
Non hanno pudore e vivono sogni romantici di seconda mano, sperando che arrivi un principe azzurro o una velina che noti la loro disinvoltura e "li scelga", in una pioggia di petali di rosa come nelle trasmissioni di Canale 5. Potremmo dire che non hanno senso del limite, ma quelli che il senso del limite l'hanno perduto da tempo, purtroppo, siamo noi, che oggi giochiamo a fare i "diversi", i "risvegliati".
Il Biscione nazionale le ha sparate sempre più grosse, nel corso degli anni: ha praticato un'escalation selvaggia della menzogna, aprendo faglie amplissime tra ciò che si dice e ciò che si fa, autorizzandole, rendendole lecite, e, alla fine, pur nei nostri rimbrotti da salotto, pur nelle nostre indignazioni con tuba e bastone da passeggio,  spostando sempre più in là il nostro senso del limite, il punto in cui si deve dire che basta, che non è accettabile e non sarà accettato. Ci ha anestetizzati.
Nell'era del paradosso istituzionalizzato, ci svegliamo e reclamiamo un limite che ormai è logoro e slabbrato come un elastico vecchio, senza renderci conto che ogni controdiscorso non può essere fatto perchè un discorso vero e proprio non esiste. E' esistito, e ce lo siamo persi. Ogni protesta ora, come dice Eco, può solo salvare l'onore. Se non altro, come una genrazione di vecchi samurai che sfoderano la katana contro i cannoni inglesi, scenderemo in piazza, ad essere sconfitti dal nuovo che avanza, ma con onore.

giovedì 10 febbraio 2011

Aspettando Kiwi.

                                                                                                                G.a.K.
                                                                                                  

martedì 8 febbraio 2011

Prove tecniche di registrazione. Le trasmissioni sono interrotte & Messa di spalle.

Signore e signori buonasera. Come già molti di voi hanno notato,ciò che campeggia sopra il presente scritto per motivi che potrei esaurientemente spiegarvi ma che vostro rispetto non esaurientemente vi spiego, denuncia una momentanea interruzione delle trasmissioni. Ho tuttavia idea che la sedicente interruzione,debole come scusante,mi porterà nei confronti vostri per il di cui rispetto, a scivolare lentamente verso una più onesta ammissione di colpa. Non ho proprio avuto il tempo necessario per leggere la quantità di dati che mi sono trovato a visionare riguardo allo spirito santo.
E' difficile prender visione dello spirito santo nella sua intierezza,e ne abbiamo già discusso qualche post fa, ma a parte la storia della Chiesa in Sardegna, la mole di informazioni era tale che mi sono trovato davvero costretto ad abbandonare il campo. Mi dispiaceva tantissimo non poter supportare quanto sarebbe dovuto seguire con  una degna e doverosa bibliografia,trovo odioso parlare per sentito dire e  il pressapochismo nell'informazione è più dannoso che in neurochirurgia. Qui di seguito dunque mi limito a segnalare alcuni link che ho trovato in giro sul web ed un blog-Mirumir,lo trovate alla vostra destra-nel quale sono tradotti alcuni documenti interessantissimi.
L'inconveniente,cioè il costringervi a leggere articoli  originali e non una sintesi, confido e confidate che non si ripeterà più.
Lo spirito santo da giovane.
L' ascesa dello spirito santo.
Consiglio poi un libro che mi è stato consigliato,ma questo solo e soltanto per i più di voi interessati. Si chiama Memorie d'Oltrecortina (Carocci 2001).

L'immagine che vien fuori, penso dalle menti di tutti voi che darete una rapida scorsa a volo di gufo sui due articoli e sugli articoli del blog di documenti, è quella di un uomo di potere in bilico tra il dispotismo e il servilismo nei confronti di lobby economiche che impongono richieste e che non tollerano dinieghi. In genere i politici fanno favori,spesso invece lo spirito santo li fa. Si difende da un invasione architettata dagli Stati Uniti e per contro compie sorridendo i più spaventosi massacri con armi non convenzionali nella Cecenia dell'assissinato comandante Aslan Maschadov.

Chissà se Sara Tommasi al contrario di me-e mi sento proprio in dovere di specificarlo-è riuscita a visionare lo spirito santo in tutte le sue parti. Magari anche mentre gli dava le spalle.
Il famoso preticello del paesino sardo non voleva saperne di adattarsi alle nuove disposizioni conciliari,non voleva saperne per ragioni di ossequio e d'osservanza di rivolgere le spalle al Tabernacolo ed al Santissimo; e d'altro canto mai e poi mai avrebbe celebrato con l'assemblea che lo guardava dritto il faccia,sentiva a disagio così girato: E immoi, cummenti fazzu a mi sullài su mugu?? (E adesso,come farò a soffiarmi il naso, davanti a tutti? N.d.t.)