giovedì 27 gennaio 2011

Elogio della Trinità.

"Non c'è due senza tre." Ed è quanto di più ovvio, non attività della vita che non preveda auspicio di tale portata, senso di compiutezza pervaso da anelito mistico nei confronti della perfezione, della perfettezza, della Trinità.
Si badi, e nel badare, un subitaneo bentrovati, si badi che connotare in modo intellegibile il significato profondo della Trinità non è cosa da poco conto. Vien già abbastanza difficile figurarsela, non parliamo del crederci, questa Trinità; immaginiamoci quanto possa risultar ostico parlarne ,magari in pubblico. A capo chino accetto le apostrofi di chiarissimi teologi che, sono pronto a giurar o mal me ne incolga, producendo magnifici esempi non avrebbero alcuna difficoltà nel connotare il dogma cattolico di fondamentale importanza, sarebbe a dirsi della presenza in un sol atto di Dio Padre, del figlio e dello spirito santo. Tuttavia per i vieppiù numerosi inesperti del settore, si converrà con me che parlarne senza avere le idee chiare è tutt'altro che facile; parlarne poi ad un'assemblea che le idee chiare le ha ancor meno di voi è peggio che andar di notte.

E parlarne alla predica domenicale in un paesino sperduto al centro della Sardegna?
"La Trinità, è come una capretta che fa la pipì su di una montagnetta di terra, il getto è unico, ma poi si divide in tre piccoli ruscelletti." Tanto per parlare terra terra. Mi pare superfluo aggiungere che quest'omelia, e ciò che più conta l'esemplificazione, è realmente stata proferita da un prete sardo parecchi anni or sono, in autentica lingua sarda; ho solamente proposto una fedele -ed a questo punto oserei dire osservante di principii- traduzione in italiano. Il prelato per quanto non sicuramente un fine esegeta, si rivolgeva alla sua comunità ben consapevole che gli esempi dovevano esser chiari ed estratti dalla vita quotidiana, pena il vanificarsi del loro sostegno didascalico con conseguente messa in dubbio della di lui pastorale tutta, e imperdonabile mancanza nei confronti di una comunità che abbisognava, specie in quegli anni così immediatamente post-conciliari, di una catechesi solida e adeguata.

Abbiamo parlato di Dio,di suo figlio ed ora non ci rimane che parlare dello Spirito Santo,colui che c'è ma non si vede,tutti sanno che esiste ma nessuno ne parla,partecipa al dispiegarsi della Natura di Dio eppure pare ad essa estraneo,come se provenisse da molto più lontano. Per esempio dalla Russia. Chi è e cosa combina di bello in questo momento Vladimir Vladimirovic Putin sarebbe davvero troppo lungo spiegare, complicato e incompatibile con il tempo che ho l'obbligo di dedicare al mio amico quiz,cui devo quotidiane attenzioni,come un epigono dei più amorevoli Tamagotchi. Vorrei solamente parteciparvi di alcuni piccoli e gustosi pensieri che mi son tornati in mente, fin che riflettevo appunto della Trinità. Qualcuno di voi ha più saputo qualcosa circa gli esiti della guerra in Ossezia? E se un uomo in aereoporto a Mosca si fa esplodere come atto terroristico,qualcuno di voi sa chi era davvero e perchè ha compiuto questo gesto? Mentre nei giornali si continua giustamente a parlare della Natura di Dio,con sforzo encomiabile e tutt'altro che immune da rischi, viste le ultime rivelazioni,ho deciso che nel prossimo post darò anche io il mio piccolo contributo all'informazione, tracciando per tramite delle ultime vicende russe un sintetico quadretto dell'uomo per il quale Dio è disposto addirittura a compromettere la pluridecennale amicizia con gli Stati Uniti. Quanto avete appena letto era una piccola presentazione,ci rivediamo al prossimo post.

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