giovedì 20 gennaio 2011

La natura di Dio

Per un misto di tenerezza, semplicità e pudore, o forse per l'embargo culturale non sempre autoimpostosi e oramai inveterato al punto tale da essersi reso fiacco l'erompersi tellurico della modernità, per la mancanza di mezzi, per la mancanza di capacità, per un'attitudine mista e composita ( insolita miscellanea di menefreghismo, egoismo, ed omertà ) insomma per tutti quanti i motivi precedentemente espressi e chissà mai per altri ancora ingnoti, vi partecipo del fatto che in quei lontani paesini sardi, agglomerati di case sparse tra le montagne e abitati da strani esseri dal linguaggio incomprensibile, gli attributi maschili e femminili, che in senso figurato per l'inesorabile incedere del turpiloquio, oggi sono sulla bocca di tutti a vario titolo di "cazzofigaculotette", sempre nel linguaggio dei Barbari(cini) erano uniformemente chiamati "Natura", termine italiano.
Al medico condotto di stanza ogni 500 abitanti cui si voleva descrivere una situazione ginecologica come prolasso uterino, dismenorrea o via dicendo si diceva solamente "Ho un problema alla Natura".
Se comparivano delle fastidiose aderenze nel solco balano-prepuziale o un'improvvisa e lancinante orchidoodinia, stessa roba: "Ho un problema alla Natura". E il medico capiva.
"La Natura" per la tradizione del posto, più che un qualcosa di bucolico o faunistico e al di là dei goliardici parallellismi col boschivo o l'ornitologico, era insomma la definizione che si usava per indicare i genitali di uomo o di donna, null'altro di più.
Ma si sa, le tradizioni, anche linguistiche, specie se radicate, difficilmente superano i confini del paese d'origine, e meno che mai nello specifico: al dilà dei paesini sperduti,"la Natura" lungo la costa Sarda e soprattutto nelle città come Cagliari, continua comunque ad essere ciò che è comunemente intesa, cioè l'insieme armonico della flora, della fauna, dell'orografia e dell'assetto fluviale che circonda o per meglio dire si difende dalla mano dell'uomo e rimane li, fino a che una qualche industria occidentale non decide di poterne fare a meno, lei e i posteri.
Immaginatevi quindi che facce si videro in chiesa una domenica mattina, specie tra i banchi femminili, quando un piccolo pretino pupillo dell'Arcivescovo di Cagliari, intriso di teosofia seminaristica e mandato non si sa perchè in un paesino barbaricino a far tra i pastori di pecore il pastore di anime, dal pulpito prese a dire quanto bella fosse -e bella davvero- la Natura del buon Dio.

Dunque benvenuti in questo blog, che a tutti gli effetti non vorrebbe mai parlare della natura di Dio oggi qui in Italia. Della sua natura ne parlano le intercettazioni, quel coprolita direttore di Tg, quel preservativo pieno di piscio che gli organizza feste nella villa in Costa Smeralda ed anche se non ne parlano, in effetti sono in tante che la natura di Dio possono dire di averla sempre in bocca.
Vorrei che in questo blog si riuscisse se non a
fare informazione, almeno a parlare di quel che nel mondo succede al di là della vergogna italiana, vorrei dedicare una parte del mio tempo a diffondere notizie che sono come topolini: o fanno tenerezza per quanto sono piccole e ignorate, o fanno schifo e nessuno ne vuole parlare.
Segnalo comunque -e davvero poi smettiamo di parlare del sesso degli angeli- un bellissimo articolo di Giuseppe d'Avanzo comparso oggi su Repubblica che per comodità potete trovare qui.
Alla prossima!

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